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al testo di Alberto Becca
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Amo il vetro e la sua trasparenza
il poter guardare oltrre, oltre l' apparenza
delle cose e delle persone, poter scrutare dentro e sul fondo
del mare limpidissimo, amo tutte le vetrate del mondo
soffro nel vedere le schegge dei vetri frantumati
e taglienti, abbandonati inermi sui selciati
passano veloci auto con vetri oscurati, il rosone
di vetro della cattedrale attrae l' attenzione
dei raggi di sole che come saette trapassanti
giungono l' interno illuminando muri altari tabernacoli santi
mentre fuori dietro le vetrine dei negozi manichini e vesti
recitano immobili dall' eternità una scena che mai avresti
voluto vedere, la scena di noi tutti cartacei che arrotolati
come banali messaggi sempre in attesa di essere inviati
chiusi nel vetro di bottiglia veniamo gettati in acqua attendendo
che prima o poi qualcuno ci trovi ci apra ci legga ben sapendo
che tanti si perdono, di tanti non si avranno mai notizie
vetrofanie celesti , scarti del grande vetraio o primizie
del raccolto, diciottenni mai invitate al primo ballo
o volteggianti nella sala sotto al lampadario di cristallo
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